Richard Dadd è stato un pittore britannico del periodo vittoriano, nato a Chathman, nel Kent, noto per la creazione di mondi fantastici, scene orientali, scene di genere, rese con dettagli incredibilmente minuscoli.
Già giovanissimo dimostrò di essere portato all'arte, a vent'anni fu ammesso alla Royal Academy of Arts. Dalla quasi metà dell'Ottocento inizio a viaggiare: fra le sue mete Grecia, Turchia, Siria, Egitto. Proprio durante la permanenza in quest'ultimo Paese, Dadd subì un forte cambiamento di personalità, diventò delirante e sempre più violento, credendo di essere sotto l’influenza del dio Osiride.
Al suo ritorno in patria fu dichiarata la sua problematica mentale, e la sua famiglia decise per un soggiorno di qualche tempo in campagna. Purtroppo a questo periodo si lega un tragico episodio, l'omicidio del padre (ed anche il tentato ad un'altra persona) ad opera sua. In seguito a ciò soggiornò nel reparto penale dell'ospedale psichiatrico di Bethlem, poi in quello di Broadmoor, dove fu curato e incoraggiato a continuare a dipingere, dai medici, come anche da quel mondo dell'arte e dei collezionisti che già lo aveva apprezzato prima della malattia. Si ipotizzava soffrisse di una forma di schizofrenia paranoide. Ed è proprio in degenza che Richard Dadd dipinse molti dei suoi celebri capolavori, tra cui quello che proponiamo qui, The Fairy Feller Master Stroke (Il colpo da maestro del taglialegna fatato), dipinto tra il 1855 e il 1864 ed oggi esposto alla Tate Gallery di Londra.
Illustrò anche, in serie, le passioni umane: il dolore, l’amore e la gelosia, la follia, l’omicidio. Come la maggior parte delle sue opere, queste furono eseguite su piccola scala e i protagonisti presentano sguardo fisso e sfocato.
Interessanti le riflessioni che si possono fare sulla sua arte e il suo disagio psichico. Dadd è stato parte dell'insieme di quei pittori già affermati che successivamente hanno sofferto di problemi mentali, continuando comunque a dipingere; una categoria che si è voluto distinguere, ma solo per una sorta di studio, dai pittori che invece hanno iniziato l’attività artistica solo dopo la malattia e, in genere, nei luoghi di ricovero. Su questo tema, interessante notare che la tecnica di Richard Dadd non sia affatto mutata, ciò che invece è considerevolmente cambiata è la "decostruzione" del naturalismo precedente, con l’aggiunta di oggetti simbolici che trovavano una collocazione incongrua.
È comunque degno di nota e d'esempio che, dal punto di vista del percorso d’arte, i critici non hanno arbitrariamente declassato Richard Dadd in quanto malato, ma hanno giustamente parlato di tre periodi: quello giovanile, il periodo di Bethlem, il periodo di Broadmoore. È un caso che si dovrebbe applicare anche verso altri artisti che hanno frequentato i luoghi dell'internamento per disturbi della mente.
Muore il 7 gennaio 1886.