Fère-en-Tardenois, un piccolo paese nel nord della Francia, diede nel 1864 i natali alla scultrice Camille Claudel, artista ricordata anche per la sua storia, segnata dal dolore provocato dalla fine di un amore burrascoso, quello vissuto Auguste Rodin, altro celebre scultore del tempo, di cui lei era allieva.
Da bambina manifestò aspirazioni ed attitudini inconcepibili per il suo tempo, scoprendo molto presto la sua passione per la scultura. Già a 13 anni comincia a modellare le sue prime figure in argilla e, da ragazza, legge molto, attingendo alla biblioteca del padre e accumulando, per i suoi tempi, una cultura eccezionale.
A 19 anni, bellezza, fascino riescono a sconvolgere la vita di Rodin, di 43 anni. Camille era una delle più promettenti allieve del maestro e visse con lui anni di passione e di lavoro comune. In una prima fase il rapporto tra Rodin e la scultrice, seppur celato per evitare scandali (lui aveva già una compagna), non incontrò particolari complicazioni. Proprio nei lieti anni del legame sentimentale col maestro, Camille Claudel scolpirà Sakuntala, opera dal forte carattere autobiografico. Di essa realizzerà schizzi in terracotta, una versione in marmo e, successivamente, altre in bronzo. Di essa proponiamo la nostra foto. La scultura propone una leggenda del V secolo legata alla tradizione induista che ha come protagonista una fanciulla, di nome Sakuntala, che si innamorò perdutamente del Re Duchmanta. Camille Claudel decise di scolpire il momento della ricongiunzione tra i due amati, avvenuta dopo diversi anni trascorsi l’uno lontano dall'altra. La scultrice, dunque, raffigurò un momento carico di passione, proprio come quello che lei stessa stava vivendo. Si osserva così una figura femminile che alla vista dell'amato perde i sensi e viene amorevolmente sorretta dall'uomo inginocchiato dinanzi a lei. A conferire maggiore dolcezza all'opera è il bacio che, teneramente, la figura maschile dà sulla fronte della ragazza, quasi a rassicurarla.
Nel 1893 la rottura con Rodin, che si rifiuta di sposarla. Ella aveva voluto seguire la sua vocazione d’artista, aveva amato fuori dagli schemi prestabiliti ed ora, a trent'anni, tutto crollava. Contro ogni convenzione e pregiudizio si ritrova sola, delusa, non abbastanza stimata e considerata, come avrebbe voluto essere in rapporto al suo genio. Il profondo rancore verso Rodin le invase il cuore e la mente. Cominciò a soffrire di ossessioni. Era chiaramente il segnale di una grave forma di depressione con manie di persecuzione. Il sofferto addio da con Rodin, di fatto, sarà il tema dell'ultima opera più esplicitamente autobiografica e nota di Camille Claudel, il gruppo scultoreo L'Âge mûr.
Ormai costretta a vivere in ristrettezze economiche, si chiuse nel suo atelier, si isolò e visse in povertà. Completò le sue opere e le distrusse a colpi di martello. Vere e proprie "esecuzioni", come lei stessa le definì. Nel 1911 lo stato di salute di Camille si aggravò e per volontà dei familiari e soprattutto della madre, venne ricoverata nell'Ospedale psichiatrico di Ville-Evrard, alternando periodi di lucidità e follia.
Nel 1943, all'età di 79 anni, morì.