Nel percorso verso il miglioramento di se stessi a volte ci si trova di fronte a un falso obiettivo: si vuole esercitare un controllo totale sulle proprie emozioni. Si legge che è consigliabile essere sempre felici, si cerca di sentirsi bene in ogni momento. Si sente che bisogna tenere sotto controllo il cattivo umore, e che reprimere rabbia o sentimenti negativi è il modo migliore di procedere.
Tuttavia, si tratta di un errore. Le emozioni si provano per un periodo di tempo determinato. Essere sempre felici è poco naturale, come lo sarebbe dormire tutto il giorno o starnutire sempre. Ci sono persone che cercano di annullare i loro sentimenti negativi attraverso il cibo spazzatura, le droghe, la tv, il tabacco oppure oberandosi di lavoro. Anche se può funzionare, sarà soltanto una soluzione temporanea: le emozioni negative sono ancora lì, anche se nascoste.
C’è un altro importante particolare che bisogna tenere in considerazione: i nostri geni chiedono sempre di risolvere qualcosa. L’istinto di sopravvivenza dei nostri avi è così primordiale che anche oggi si sentono i loro stessi bisogni, ci si alimenta della necessità di controllo e si cerca persino di controllare i propri sentimenti.
Qual è il problema?
Cercate di muovere un oggetto con la forza del pensiero. Ci riuscite? Anche se vi concentrate al massimo, la volontà di muoverlo non basterà a farlo. A che cosa serve questo esempio? A far capire che i nostri pensieri influiscono sulla realtà soltanto quando si compie un’azione, non un sentimento. Per quanto si ami molto una persona, la relazione non andrà avanti a meno che non si faccia qualcosa per dimostrarlo con i fatti.
Un modo utile per comprenderlo è immaginare le emozioni come esseri invisibili che circondano continuamente nella vita, ma che non possono fare del male. È bene capire e convincersi del fatto che, anche se le emozioni sono lì, in realtà non possono distruggerci. Reprimere le emozioni o non volerle vedere vuol dire non accettarsi per come si è, negare una parte di se stessi. Risulta molto più salutare sentirle, riconoscerle e osservarle, facendo in modo che non arrivino a danneggiare fisicamente. Una volta compreso, si potrà far sì che qualsiasi emozione si rigiri a nostro favore, e non contro di noi.
Per esempio, la tristezza o la rabbia non sono per forza negative, possono aiutare a migliorare la creatività o lo svolgimento delle nostre attività. Facciamo sì che quegli “essere invisibili”, le emozioni, ci ispirino in ciò che facciamo. La paura, per esempio, può allenare la nostra mente a predire gli eventi futuri e a prendere più precauzioni in un’attività che si considera pericolosa. Grandi opere d’arte sono state realizzate grazie a una situazione di catarsi emotiva. La musica, per esempio, richiede un sentimento per svilupparsi. Anche le opere letterarie richiedono che lo scrittore provi empatia emotiva. Gli artisti conoscono le loro emozioni e le sfruttano in modo positivo, dando vita alle loro creazioni.
In sintesi, controllare troppo le emozioni o reprimerle rappresenta un grave errore nel percorso di sviluppo personale. Si deve evitare di soffocarle e capire che sono passeggere. Bisogna lasciarle fluire e convivere in modo positivo con loro. Bisogna concedersi di percepire la propria umanità, quindi emozioni incluse, come facevano i greci, che comprendevano la complessità dell'uomo, con le sue sfaccettature emotive. Conoscere se stessi è la chiave di questo procedimento. Se si sa come si reagirà di fronte a certe situazioni, si potrebbe anticipare il sentimento e convivere meglio con lui. Alcune emozioni come la felicità, l’allegria e l’entusiasmo non disturbano perché lasciano una sensazione gradevole, ma anche quelle spiacevoli fanno parte della vita e non è salutare coprirle né negarle. La soddisfazione, per esempio, non si può ottenere così facilmente, perché richiede uno sforzo costante e probabilmente obbligherà a passare prima per la frustrazione, la rabbia o la tristezza. Ma quando si raggiungerà l'obiettivo, la soddisfazione durerà a lungo e si ringrazierà di aver sperimentato anche delle emozioni negative per ottenerla.