«Troppi bambini e ragazzi, di ogni estrazione sociale e provenienza, soffrono di problemi legati alla salute mentale». Lo ha affermato Henrietta Fore, direttrice esecutiva dell'Unicef.

Ciò detto alla luce della collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, avviata in seguito ai tassi allarmanti di casi di autolesionismo, ansia e suicidio tra bambini e giovani in tutto il mondo.
Continua la Fore: «Con la metà dei disturbi mentali che iniziano prima dei 14 anni, abbiamo bisogno di strategie urgenti e innovative per prevenirli, individuarli e, quando necessario, trattarli il prima possibile».
In uno sforzo condiviso per mettere i disturbi mentali dei bambini e degli adolescenti in alto nell'agenda mondiale della salute, l’Unicef e l’Oms sono impegnati in nuova serie di convegni globali annuali dal titolo Leading Minds. Obiettivo degli incontri è quello di "formulare una serie di raccomandazioni e compiere azioni decisive su indicazioni di studiosi, scienziati, governi, filantropi, imprese, società civile e giovani”. Saranno esaminate le risorse, i partenariati, i servizi, l’impegno politico e il sostegno pubblico necessari a promuovere la salute mentale di bambini e giovani. Si considereranno le lacune nei dati che dovranno essere affrontate, nonché i programmi che hanno avuto successo, si analizzerà anche la concentrazione della malattia mentale per età e aree geografiche, cause e fattori scatenanti e i programmi per prevenire e curare i disturbi.
Ricordando che, secondo gli ultimi dati disponibili, fino al 20% degli adolescenti in tutto il mondo soffre di disturbi mentali e il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di 15-19 anni in tutto il mondo, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, ribadisce che: «Sono troppo pochi i bambini che hanno accesso a programmi di insegnamento su come gestire le emozioni difficili».