L'associazione culturale “Promosam” si occupa della promozione dalla salute mentale nel territorio di Campobasso. E' nato da un progetto di volontariato che coordina le esperienze in tema di salute mentale di operatori, familiari, utenti e cittadini che hanno sentito il bisogno di aiutare i servizi esistenti sul territorio e la comunità con il fine di superare lo stigma sociale legato ai disturbi mentali. L'associazione non ha fini di lucro, opera per l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale. Ha le seguenti finalità:
- promuovere e sviluppare l'empowerment di coloro che sono al contatto con il disagio mentale, organizzando iniziative atte a coinvolgere tutti coloro che sono interessati;
- proporre la realizzazione di strutture, provvedimenti e politiche che facilitino ed incentivino l'inclusione sociale;
- promuovere lo sviluppo di reti di comunicazione a favore di chi vive situazioni di disagio mentale;
- sensibilizzare i cittadini sui temi della salute mentale;
- organizzare convegni, mostre, corsi, attività di formazione professionale, attività culturali nelle scuole, progetti educativi scolastici ed extra-scolastici, produrre strumenti audiovisivi e multimediali, o quant'altro sia utile per favorire l'approfondimento tecnico o divulgare la conoscenza ad un più vasto pubblico di tutti gli argomenti relativi alle finalità dell'associazione;
- ideazione, organizzazione e realizzazione di iniziative ed eventi volti a promuovere, nei vari contesti della vita quotidiana, il protagonismo, la responsabilità e la partecipazione dei cittadini;
- collaborazioni locali, nazionali ed internazionali con realtà che condividano le medesime finalità.
Nel corso degli anni Promosam ha promosso progetti di livello nazionale in collaborazione con: Ministero della Salute e del Lavoro, Istituto Superiore di Sanità, ASReM, Regione Molise, Università dell'Aquila, Università di Cagliari.
Inoltre attualmente è in costituzione la "Città del sorriso" appartenente al progetto di portata nazionale “Del fare assieme” che si occupa di migliorare i rapporti e la comunicazione interpersonale tra i membri della comunità.
Sede : centro volontariato "Terzo...spazio" Assessorato alle politiche sociali
Via Mazzini 38a Campobasso
La comunità di riabilitazione psicosociale di Campolieto, un paese in provincia di Campobasso che conta circa mille abitanti, è gestita dalla Cooperativa Sociale DIALOGO, In questa comunità sono presenti tutti i servizi essenziali. I collegamenti con Campobasso (da cui dista circa 18 km) e con le zone limitrofe sono garantiti da treni e autobus.
La comunità è un struttura psichiatrica residenziale a carattere socio-sanitario che offre percorsi ed interventi di riabilitazione psicosociale per utenti in situazioni di disagio mentale in carico al Centro di Salute Mentale di Campobasso.
La responsabilità dell’organizzazione e dei programmi interni è del coordinatore.
Ogni ospite partecipa all'organizzazione della giornata e delle attività in base alle proprie esigenze e ai propri ritmi di vita. Le regole sono condivise da ogni ospite e dai propri familiari. Ogni ospite ha accesso a tutti gli spazi e ha la possibilità di personalizzare il proprio ambiente (camera, spazi comuni).
Gli operatori che seguono i progetti terapeutici individuali sono organizzati in microequipe composte da un ordinatore di progetto e due operatori.
Gli obiettivi di inserimento e reinserimento sociale si perseguono tramite la cura delle relazioni familiari, sociali, di lavoro, evitando ogni possibile forma di esclusione.
La cooperativa sociale di tipo A Dialogo è formata da un presidente, responsabile della struttura, cinque componenti del consiglio di amministrazione, tredici operatori socio-sanitari, un assistente sociale, una psicologa, un'infermiera e un musicoterapeuta.
Le famiglie partecipano attivamente al percorso di cura individuale e alla programmazione delle attività tramite riunione trimestrale. Gli incontri tra familiari, operatori e ospiti della struttura hanno lo scopo di favorire la condivisione degli obiettivi e di individuare modalità di intervento necessari a produrre cambiamenti sia individuali che collettivi. Inoltre alcuni famigliari gestiscono laboratori educativi.
Obiettivi generali della comunità di riabilitazione psicosociale:
Contrasto allo stigma della malattia mentale attraverso la promozione di azioni di sensibilizzazioni, informazione ed empowerment di comunità.
Creazioni di rete di aiuto e sostegno per i pazienti e le famiglie.
Sostegno alla sperimentazione e alla costruzione di progetti di vita realistici per gli utenti.
Obiettivi specifici per gli ospiti della comunità:
Promozione dell'autonomia personale e sociale, del benessere psicofisico e della qualità della vita .
Promozione dell'inclusione sociale e dei diritti di cittadinanza (sostegno lavorativo, abitativo, relazioni, tempo libero)
Promozione dell'integrazione socio-lavorativa.
La cooperativa sociale Dialogo offre uno spettro ampio e flessibile di attività terapeutiche e riabilitative: attività con finalità espressivo-riabilitative, attività motorie, di comunicazione e socialità, manuale espressivo, attività volte al supporto dell'autonomia e cura del sé.
Presso la nostra comunità sono attivi i seguenti progetti:
Progetto di musicoterapia. La musicoterapia è una tecnica che utilizza la musica come strumento terapeutico, grazie ad un impiego razionale dell'elemento sonoro, allo scopo di promuovere il benessere dell'intera persona: corpo, mente e spirito. La musicoterapia nasce nel centro come attività preventiva-riabilitativa-terapeutica finalizzata allo sviluppo delle funzioni potenziali e/o residue degli utenti, allo scopo di favorire la loro integrazione intra ed interpersonale, oltre al miglioramento della qualità della vita.
Il laboratorio di musicoterapia prevede degli incontri settimanali di gruppo finalizzati a incentivare l'apertura del singolo ai pensieri e ai sentimenti dell'altro.
Progetto laboratorio di artigianato. Il progetto di laboratorio di artigianato riguarda attività di riciclo creativo, decoupage e di manipolazioni plastica. La lavorazione di materiali poveri (carta, cartoni, plastica, fiori, materiali da riciclo, pasta di sale, ecc.) permette al paziente una continua esercitazione degli arti per mantenere e/o recuperare capacità manuali compromesse, inoltre stimolare e valorizzare funzioni personali quali capacità organizzativa, immaginazione, creatività e capacità di giudizio estetico. Il laboratorio viene seguiti settimanalmente dagli ospiti, e nasce dall'esigenza di costruire uno spazio in cui si possa sperimentare la creatività, implementare o mantenere abilità manuali, rinforzare competenze, sviluppare e definire uno stile individuali nei percorsi creativi preposti. Tali attività rappresentano inoltre un mezzo di espressione e comunicazione spesso anche non verbale che consente di manifestare emozioni, sensazioni per un miglioramento complessivo della qualità della vita della persona.
Le attività vengono selezionate e graduate attentamente secondo i bisogni, i desideri, e le patologie del paziente il quale ha un ruolo attivo all'interno di ogni laboratorio, allo scopo di promuovere l’autonomia e la presa di iniziativa.
Ogni laboratorio si svolge in due fasi distinte: teorica e pratica, ciascuna complementare all'altra. In quanto le azioni pratiche sono alternate rinforzate da informazioni.
La coop sociale Dialogo sperimenta il 6 gennaio la teatro terapia con un breve spettacolo di cabaret dal titolo La Natività, annunciazione, annunciazione. Un piccolo omaggio a Massimo Troisi. Alcuni utenti della Crp hanno riprodotto La Smorfia in modo originale, puntando l'indice su temi disparati quali la religione, la disoccupazione, il folklore e le tradizioni; il tutto all'insegna della comicità o comunque di contenuti leggeri. Hanno partecipato gli operatori, i familiari. La coop sociale Dialogo dopo questa esperienze e con l'entusiasmo, partecipazione degli utenti tra le varie attività della Crp intende mettere a programma la teatro terapia che utilizza le potenzialità del "gioco delle parti" per sostenere interventi di prevenzione del benessere, di educazione, di integrazione e di cambiamento. Il personaggio come strumento di espressione del sé.
Esempio di Programma (anno 2014)
Teatro terapia il personaggio come strumento di espressione del sé.
Obiettivi:
Il presente progetto propone sia obiettivi affettivo-relazionali che di apprendimento.
Obiettivo affettivo-relazionali.
Migliorare le relazioni interpersonali positive con gli altri utenti.
Acquisire strategie funzionali allo sviluppo dell'autostima, dell'autocontrollo.
Imparare a esprimere positivamente i propri stati emotivi.
Sviluppare la conoscenza di sé.
Obiettivi di apprendimento:
Potenziare la motivazione ad apprendere.
Sviluppare la creatività.
Sviluppare la capacità di memorizzare.
Imparare ad usare in modo appropriato vari tipi di linguaggio: gestuale vocale per esprimere sentimenti ed emozioni.
Metodologia:
Le lezioni di recitazioni hanno come presupposto:
Studio e uso dello spazio.
Esercizi di ritmo, mimo e movimento.
Esercizi di concentrazione e rilassamento.
Esercizi di espressione corporea e gestualità.
Educazione motoria negli utenti con disabilità psichica.
Lo sport è un'attività che si fonda su valori sociali, educativi e culturali. È un canale di inserimento, partecipazione alla vita sociale, educa alla tolleranza, all'accettazione delle differenze e al rispetto delle regole. L'attività fisica è considerata un fondamentale anello di congiunzione tra stato di benessere e salute.
Obiettivi:
Sviluppare le attività motorie.
Conoscere e usare il proprio corpo.
Sviluppare la propria motricità in relazione allo spazio, al tempo e agli oggetti.
Monitoraggio periodico dei parametri fisiologici in relazione all'esercizio ed alle possibili condizioni patologiche.
Consigli alimentari e proposte di un eventuale programma alimentare.
Attività.
Lezioni di educazione motoria come quelle di teatro terapia si tengono presso i locali della coop Dialogo.
Info e contatti:
COOPERATIVA SOCIALE DIALOGO
SOCIETÀ COOPERATIVA
Via Salita Monastero, 1
86040 CAMPOLIETO (CB)
Reg. Imprese CB n.2014
C.C.I.A.A. CB n. 76102
Telefono: 0874/52657
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La'associazione è costituita da Utenti dei servizi psichiatrici del Dipartimento di Salute Mentale di Campobasso. Essa è sorta per la necessità, avvertita da tempo dagli Utenti, di autorappresentarsi in tutte quelle sedi ove si prendono decisioni sulle politiche relative alla salute mentale. L’associazione non ha scopo di lucro e non persegue fini politici, in quando si ritiene a priori che la Salute dei cittadini non può essere strumentalizzata dalla politica. Essa si prefigge di interagire con tutte le istituzioni territoriali, con tutte le istituzioni presenti nella Rete della Salute Mentale del Dsm di Campobasso e sparse sul territorio nazionale, con i familiari delle persone con una malattia mentale e con tutti gli Utenti, compresi quelli non iscritti all'associazione.
I punti fondamentali mission sono i seguenti:
Lotta al pregiudizio;
Promuovere la cultura dell'accoglienza;
Incentivare le politiche del "fare insieme";
Tutela dei diritti;
Le attività svolte per attuare la mission sono:
Partecipazione attiva in tutte le sedi Istituzionali alle quali si è chiamati: Dsm-Campobasso, Regione, Provincia, Comune;
Attuazione di progetti per l’integrazione sociale delle persone con una malattia mentale attraverso campagne di sensibilizzazione;
Integrazione nella nostra associazione di tutte le persone con una malattia mentale che ne facciano richiesta;
Attuazione di eventi culturali; come ad esempio, proiezione di film e seguente commento, escursioni in luoghi diversi per mostre o per percorsi naturali;
Continua informazione per i soci, a cadenza settimanale, su tutte le questioni correnti riguardanti la Salute Mentale;
Attuazione di eventi per promuovere lo scambio di esperienze con altre associazione di Utenti;
Richiesta di corsi informativi sulle varie questioni concernenti la Salute Mentale.
Lo spirito proprio dell'associazione è quello di impegnarsi per far sì la comunità possa rimuovere il pregiudizio discriminante e possa avere informazioni reali sulle persone che hanno una malattia mentale. Tutte le attività vengono condivise con le altre istituzioni della rete della Salute Mentale, in modo da sviluppare una collaborazione attiva e proficua. In particolare si condivide con il Dsm di Campobasso le politiche delle "buone pratiche" sull'inserimento lavorativo, l’atteggiamento di apertura su questioni riguardanti la libertà di cura e le pratiche di contenzione, la sensibilità a che gli Utenti possano avere dei propri spazi ove poter esprimersi liberamente.
Il tutto nell'ottica di promuovere una reale emancipazione delle persone affette da una malattia mentale.
L’atteggiamento proprio dell'associazione è quello di porsi in maniera costruttiva per accelerare il corso dei progetti che man mano si sono succeduti, perché si ritene che il miglioramento si attui se insieme ci si impegna, ognuno apportando ciò che possiede in termini di esperienze e competenze.
L'associazione Liberamente Insieme ha partecipato attivamente alla costituzione del Coordinamento Nazionale degli Utenti della Salute Mentale.
Di seguito uno dei documenti prodotti:
Sono dell'avviso che è importante avere un Coordinamento Nazionale per gli utenti che fanno parte delle varie associazioni sparse sul territorio nazionale. È importante, in primo luogo, per avere uno scambio di esperienze attraverso le quali attingere per il miglioramento delle singole realtà associative; in secondo luogo per ampliare la rete di ciascuna associazione ed infine escogitare strategie comuni per la lotta al pregiudizio e per il miglioramento delle buone prassi nel circuito della Salute Mentale (e quindi: inserimento lavorativo, partecipazione attiva degli utenti nelle politiche di attivazione di nuovi servizi, partecipazione attiva nel dibattito sulla contenzione coercitiva, che in alcuni Dsm ancora è presente), per opporsi a quella corrente di pensiero che vorrebbe, sia pure con altra nomenclatura, riproporre servizi simili a quelli dei vecchi manicomi
Per noi oggi, andare oltre la legge 180, significa:
1 – Diminuire in modo sensibile i posti letto nelle varie strutture residenziali (cioè riservarli solo a quelle persone che hanno una patologia grave e hanno oggettivamente bisogno di tali servizi);
2 – Spingere le istituzioni, le aziende e il mondo dell'economia a comprendere che è necessario aprire circuiti virtuosi a favore dell'inserimento lavorativo di persone con una malattia mentale, perché assumere un disabile non significa ridurre la capacità dell'azienda di produrre reddito come è anche esplicitato dalla legge 68 o legge Biagi. A questo punto è bene osservare che il numero degli invalidi nei prossimi 10-20 anni è destinato ad aumentare e che perciò ci sono due possibilità: o si continua, con uno spirito di sufficienza, a preferire che queste persone vengano assistite con conseguente peso economico nel bilancio dello Stato e delle Regioni o, finalmente, si riesce a comprendere che è meglio per tutti che queste persone lavorino, migliorando così la qualità di vita di tutta la comunità.
3 – Avviare servizi sul territorio, cioè andare ad intervenire, per i pazienti che sono in crisi, laddove questi pazienti hanno i loro interessi (famiglia, posti di lavoro, luoghi di relazione);
4 – Effettuare con i pazienti collaborativi percorsi personalizzati e circoscritti di riabilitazione, per consentire in primo luogo una loro collaborazione precisa e in secondo luogo consentire ad altri pazienti, in attesa, di effettuare tali percorsi;
5 – Attuare tutte quelle strategie che evitino l’affollamento di persone con una malattia mentale in luoghi precisi e circoscritti; perché è così che può avvenire praticamente l’integrazione di queste persone nelle varie comunità territoriali; sensibilizzare le varie comunità a comprendere che una persona con una malattia mentale è, in primis, una persona che ha una malattia esattamente come le altre persone che hanno una malattia diversa da quella mentale;
6 – Garantire lo status di cittadinanza, con tutti i diritti civili che contempla, alle persone con patologie psichiatriche.
Stiamo attraversando una crisi economica mondiale legata anche ad una crisi di valori dei nostri giovani. Ed a ciò si aggiunge una malessere che le società oggi vivono a causa della più reale consapevolezza di una profonda diseguaglianza che umilia la stragrande maggioranza dei lavoratori. Ci sono aree della nostra economia in cui quando si parla di redditi si parla di milioni di euro; in altre aree della nostra economia si parla di centinaia di migliaia di euro; in altre ancora, quella dei "comuni mortali", si parla di 1200/1400 euro mensili; ed altre in cui si può parlare soltanto di abbandono. Tutto ciò non aiuta il mondo della Salute Mentale, anzi, lo mette a dura prova perché è risaputo che tanti utenti che hanno diritto al lavoro perché collocabili, sono discriminati e non assunti. Ed è la povertà, spesso, la causa per molti utenti dei vari Dsm che determina il loro stazionamento in strutture residenziali o in strutture di assistenza. Questi utenti, se avessero un lavoro, eviterebbero volentieri questo stato di vita.
Dovremmo, come Coordinamento Nazionale, spingere il baricentro della Legge 180 più avanti possibile, onde evitare che qualcuno si alzi una mattina e metta in discussione il lavoro svolto in più di trent’anni. E dovremmo anche impegnarci in una campagna a favore della giustizia e dell'equità sociale. Poiché non si raggiunge una "equità sociale" tassando un po’ più le grandi ricchezze e un po’ meno i poveri. Bensì bisogna favorire il flusso delle ricchezze verso le aree povere della società, affinché vengano impiegate per la crescita e per dare dignità a tante persone che meritano uno status sociale migliore. Vi è anche la volontà, da parte del governo, di tagliare la spesa della Sanità, e mi auguro che ciò non sia lesivo nei confronti del mondo della Salute Mentale che, da sempre, è la cenerentola del sistema sanitario del nostro Paese.
Questo intervento è improntato a proporre al Coordinamento nazionale degli Utenti il raggiungimento di due obiettivi che sono di grande importanza per il mondo della salute mentale.
Il primo è quello di segnalare alle autorità dello Stato il lavoro svolto a più di trent'anni dalla Legge 180 e far comprendere che si è fatta tanta strada, anche tra mille difficoltà, e che non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro.
Il secondo è quello dell'impegno per una campagna a favore dell'equità sociale, senza la quale i prossimi anni saranno travagliati dal malessere diffuso nel nostro Paese, a causa di una differenza di tenore di vita dei cittadini che si vedono codificati in cittadini di serie A e cittadini di serie B con grave danno per la convivenza civile.*
Gianpietro Petrone
Presidente associazione Liberamente Insieme Onlus
*(dal convegno sul superamento della legge 180. Roma, 3 luglio 2010)
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Cellulare: 3282616801
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